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L'articolo

2B Buonocore Amalia  
Una famiglia…..centenaria!!!
Questa foto, risalente al 1880, almeno così è scritto sul retro, mi è stata fornita dalla novantenne zia Amalia, una zia di mio padre che, vive a Pagani in via Perone, alla quale ogni giorno noi nipoti e pronipoti andiamo a fare visita. Mi ha mostrato tante foto, custodite in una scatola , ma ho preferito scegliere questa perché è la più antica. E’ il ritratto di Maria Buonocore, bisnonna di zia Amalia, nata il 16 agosto 1810 da una umile famiglia in cui la madre si occupava dei lavori domestici ed il padre era manovale. Maria aveva dure sorelle, Amalia ed Anna, e due fratelli, Saverio e Pierino. Altri due fratelli morirono ancora neonati, come spesso accadeva in quei tempi. Maria e i fratelli furono educati bene, ma come era d’uso allora. Le femmine furono educate ad occuparsi dei lavori femminili, della casa, dei figli, ad aver cura degli uomini ( padre, fratelli, mariti ), i maschi furono avviati a mestieri come sarto e barbiere. La caratteristica di questa famiglia è quella di vivere a lungo. Il primo fratello morì a novantadue anni, di vecchiaia. L’altro fratello a novantacinque anni , una sorella a novantotto anni. Nonna Maria, invece, arrivo addirittura a vivere cento anni! Zia Amalia ha raccontato che, pur in tarda età, era una donna molto attiva, coscienziosa, precisa in tutte le cose che faceva. A quasi cento anni di età aiutava ancora la famiglia nella produzione di selle e finimenti per cavalli. La sua famiglia, come era d’uso a Pagani, ancora oggi, aveva un soprannome , e tutti quelli che le appartenevano erano chiamati “ Sellari”. Maria, bisnonna centenaria , ha vissuto da sola , purtoppo, in una casa mal ridotta, vestita , come si può vedere dalla foto, con abiti umili, da popolana,con l’immancabile scialle e “ O’ Maccaturo” in testa che nascondeva in capelli acconciati a “ tuppo”, sostenuti da forcine. Nonna Maria tornava ,quel giorno dal lavoro . nel cortile dove abitava si stava festeggiando qualcosa che zia Amalia non ricorda: Maria si fece fotografare così, con gli abiti da lavoro. Il fotografo ambulante mise un telo di stoffa sul muro per nascondere le scrostature, prese una pianta di gerani odorosi, detti “ malvarosa”, una di basilico e li sistemò sul piedistallo prestato da una vicina, per creare uno sfondo adatto alla fotografia e scattò. Zia Amalia mi ha anche detto che ai suoi tempi e ai tempi della nonna Maria, si pensava solo al lavoro.Si lavorava soprattutto nei campi. Al mattino i paganesi si recavano in via Amendola o piazza Cappella e aspettavano il proprietario delle terre che veniva dalla campagna e sceglieva chi portare al lavoro . I prescelti lavoravano fino a mezzogiorno, poi gli veniva dato un piatto di pasta e fagioli e un bicchiere di vino e si continuava fino al tramonto. Per molti di loro questa era la sola paga che ricevevano e si consideravano anche fortunati per aver potuto almeno un pasto. Era tale la miseria che spesso al mattino i contadini litigavano tra di loro per ottenere il “ posto”. Nella scatola di zia Amalia ho trovato anche la foto di uno dei figli nonna Maria il quale , in occasione della Prima Comunione di un nipote, volle farsi fotografare con il bambino. Ho scelto questa foto perché mi è piaciuto molto l’abbigliamento dell’uomo: il vestito gessato da indossare la domenica o nei giorni di festa, i pantaloni tirati un poco per mostrare i calzini a righe e le scarpe bicolore che a volte avevano anche le punte nere o marroni. Amalia Buonocore classe seconda sezione B
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