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La memoria di
tutti
concorso
per giovani
dai 6 ai 35 anni
IN COLLABORAZIONE CON
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L'articolo2B Di Lorenzo Angela | La mia bisnonna
La mia bisnonna mi ha raccontato che per guadagnarsi da mangiare doveva lavorare sodo.
Lei lavorava dalla mamma del Sindaco. La figlia, cioè mia nonna, ogni mattina andava a prendere il latte fuori città da un signore che aveva molte capre e pecore.
Una mattina mia nonna correva veloce perché pioveva e lei era senza ombrello e allora cadde e ruppe la bottiglia. Mia nonna si vergognava di tornare dalla signora perché non aveva il coraggio di dirle che aveva rotto la bottiglia, allora si andò a nascondere per un intera giornata, senza ritornare a casa e digiunando. La bisnonna mi ha detto pure che la figlia, cioè mia nonna, doveva andare alla fontana a lavare cesti e cesti di panni, e dopo doveva andare a scuola. Ma erano più i giorni che faceva tardi e a scuola non andava che quelli che andava. Lei dopo un po', decise di non andare a scuola e si dedicò di più alla casa e alla campagna.
In quel periodo - dice la bisnonna - uscì la televisione in bianco e nero, allora per premiare mia figlia (cioè la nonna) dei lavori che faceva , comprai la televisione e la sera tutti ì ragazzi dei quartiere venivano a vederla a casa nostra.
- Ogni sera era una festa e non sì aspettava altro durante il giorno-
- il lavoro diventava più piacevole per tutti, perché la sera si poteva stare assieme ragazzi e ragazze e qualcuno s'innamorava pure.-
- Oh! Bella mia, quelli erano tempi!-
Questo mi racconta la mia bisnonna Angela.
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