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La memoria di tutti
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L'articolo

2C Battipaglia Gina  
Anni da incubo
Sono molto affezionata alla zia di mia madre perché ama raccontare il suo passato,di quando era giovane e soprattutto di come era la vita a quei tempi.Tutto questo mi affascina perché per me è un tempo lontanissimo,essendo zia Giuseppina nata nel 1928.Mi ha raccontato che quando era piccola mangiava quasi sempre patate bollite e fagioli,poi nel periodo della seconda guerra mondiale addirittura il pane veniva razionato.A coloro che avevano i familiari che lavoravano Spettavano 350g. di pane,invece a chi non li aveva solo 250g.Anche i maccheroni si davano razionati:50g.a persona ogni giorno.Chi aveva la “pietra di viva” poteva farsi l’impasto per il pane e i maccheroni.Il rumore che questa produceva non si doveva far sentire alla gente che abitava vicino,poiché, se la “voce” si fosse sparsa, Sarebbe stata sequestrata.Il caffè veniva preparato sulla “spiritiera” e il sale fino veniva fatto pestando il sale grosso.I beccai uccidevano un manzo e lo dividevano in quattro parti;ogni parte veniva data ad un macellaio.La carne,mi dice zia Giuseppina,si mangiava solo due volte l’anno:a Natale e a Pasqua.Si conservava nelle cantine o dentro delle bacinelle con bacchette di ghiaccio.A quell’epoca non si trovava facilmente neanche il sapone e il bucato veniva effettuato in tre giorni:il primo giorno,il bucato veniva insaponato e lasciato in ammollo in una bacinella ,il secondo giorno si stendeva uno straccio sul bucato e su di esso si versava acqua e cenere,che rendeva i panni più bianchi.Il terzo giorno tutto veniva risciacquato e messo ad asciugare e poi stirato con il ferro a carbone.A Roccapiemonte non c’era la luce elettrica e per questo si usavano candele e lampade ad olio per far luce la sera.La maggior parte della gente frequentava la scuola solo fino alla quinta elementare poiché nel paese non c’erano scuole di grado superiore.La scuola veniva frequentata dal lunedì al sabato,dalle 8,30 alle 13,00.Gli alunni scrivevano con le penne ad inchiostro.Mia zia ricorda che sul banco c’era un buco dove si metteva il calamaio con l’inchiostro.Se gli alunni facevano chiasso,i maestri li punivano severamente:li facevano inginocchiare sulle pietre o li frustavano sulle mani.Le donne partorivano in casa con l’aiuto della levatrice e i bimbi venivano allattati al seno della madre o nutriti con latte di mucca. Mia zia mi ha raccontato che durante il periodo della guerra i tedeschi razziavano biancheria e viveri.Gli uomini, per non andare a fare la guerra e per non farsi trovare dai tedeschi,si nascondevano nei campi o in mezzo alle fascine di granturco,ma i tedeschi buttavano tutto per “aria” nelle case nel tentativo di trovarli .Il padre di mia zia la fece franca perché si fece crescere una lunga barba e si camuffò da vecchio e i tedeschi credettero che lo fosse.Zia Giuseppina ricorda anche lunghe carovane di uomini che venivano portati in Germania.Molti di essi,mi dice,però,riuscivano a scappare e tornavano a casa a piedi anche da luoghi molto lontani.Quegli anni devono essere stati proprio un terribile incubo!
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