STEFANO TROTTA, NATO A COPERCHIA
IL 3-8-1930
All’epoca della seconda guerra mondiale avevo all’incirca nove anni e abitavo a Coperchia insieme ai miei genitori, ai miei tre fratelli e alle mie tre sorelle. Mi ricordo che la mia casa fu bombardata tre volte e che nella terra di mio padre si erano rifugiati molti sfollati e tedeschi. Uno di questi ultimi lasciò a terra un cappotto, una cintura e un portafogli in cui erano le foto della moglie e della figlia. Inoltre ricordo che davanti la Chiesa di Sant’Anna, nella piazzetta di Coperchia, un tedesco tagliava del pane nero, lo spalmava di marmellata e lo dava ai bambini che si erano affollati numerosi intorno a lui. Mentre preparava il pane, il tedesco intonava i versi di una canzone popolare che cantavamo spesso io e i miei compagni :
"Il pane bianco non c’è più
all’angolo di questa via,
ritorna la Maria, la sartarella mia.
Amore di gioventù,
Maria, sei cambiata anche tu."
Questa canzone raccontava di quelle donne che, per uscire dalla profonda miseria in cui vivevano, lasciavano i fidanzatini per fare la corte ai Tedeschi, che molte volte approfittavano di loro, violentandole e sfruttandole. In quei momenti tragici si verificavano anche delle situazioni comiche. Mi ricordo che mio padre aveva un gallo molto grande a cui durante un bombardamento si era conficcata nella testa una scheggia, allora mia madre decise di ucciderlo e mangiarlo. Ma mentre lo stavamo per cuocere, scoppiò una bomba e capimmo che era destino che quel gallo non lo dovessimo mangiare. A proposito di mangiare, il cibo a quel tempo era scarso, i giorni feriali sulla tavola c’era la pasta fatta in casa, come gli "ziti" con farina di fave, mentre la domenica si mangiava la pasta, la carne e la frutta che si raccoglieva nei campi.
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