ROSA DELLA MONICA, NATA IL 28-9-1928
A TEGGIANO (SA)
Quando è scoppiata la seconda guerra mondiale, nel 1940 ero una ragaza di appena quattordici anni. Non c’era molto cibo, si mangiava farina di piselli, patate secche,pane, carne e latte razionati. I mezzi di trasporto erano pochi, si camminava a piedi o sul carretto, solo le famiglie ricche possedevano l’automobile. Molte volte i cappotti erano cuciti con le coperte donate dagli Americani in cambio di un pasto, ricordo che una volta riuscii a prendere un paracadute e, con la seta di cui era fatto, confezionai un vestito. I giochi che facevamo noi ragazzi non erano tanti, giocavamo a "nascondino", ad "acchiapparello", o alla "settimana". Non c’erano passatempi, c’era solo la radio attraverso la quale ascoltavamo le notizie della guerra. La mia casa non era molto grande, c’erano due stanze, un piccolo corridoio e il bagno era diviso con altre famiglie. In pochi metri quadrati io abitavo con altre dieci persone. I lavori erano pochi, alcunii facevano i commercianti, altri i contadini, ma si guadagnava poco. I lavoratori erano sfruttati, erano mal pagati e dovevano lavorare tutto il giorno. Io ho frequentato fino alla quinta elementare, perchè i miei genitori erano poveri ed io potevo essere più utile a casa, in genere solo i maschi proseguivano gli studi. I rapporti tra genitori e figli erano diversi da quelli di oggi, prima c’era più rispetto per i genitori e si doveva sempre ubbidire.
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