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La memoria di tutti
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L'articolo

Santonicola Pietro  
Achille Mastrello Amendola

Novant’anni fa…

Questo vecchio ritratto è la foto più antica che ho trovato tra i ricordi di famiglia: risale al 1910.

Sono ritratti i trisnonni Rosa Amendola e Simone Padovano, originari di Torre Annunziata, entrambi venditori ambulanti. Il bambino seduto in poltrona è il loro figlioletto adottivo Achille Mastrello Amendola, mio bisnonno.

Mi è stato raccontato che la coppia non poteva avere figli e si rivolse , come accadeva a quei tempi, al Convento dell’Annunziata in Napoli, dove venivano ricoverati gli orfanelli o abbandonati i neonati, nella ruota girevole davanti all’ingresso dei conventi, dalle madri che non potevano tenere i bambini.

Il bambino era stato partorito a Meta di Sorrento ( Na) il 24-02-1910 , portato subito dopo dalle suore e di qui dato in adozione.

La vita non è stata generosa con Achille: il padre adottivo , infatti, muore qualche anno dopo , durante la Prima Guerra Mondiale. Continuò a vivere con la madre la quale, qualche anno dopo, si risposò con Pasquale Luna, un vedovo con figli, formarono un’unica famiglia e cominciarono a vivere a Pagani.

Diventato giovanotto Achille, come tanti altri giovani della sua età, si reca nello studio fotografico del sig. Emilio Cipro, detto ‘O professore’ per farsi scattare una foto ricordo.

A quei tempi le fotografie erano un documento importante perché erano pochissime, non come oggi che in casa ne abbiamo tante e magari non le guardiamo neppure o non ne abbiamo cura. Si prestava molta attenzione allo sfondo, all’abbigliamento, all’acconciatura, ci si metteva sempre " in posa", specialmente quelle scattate in uno studio fotografico.

Arriva il tempo del servizio militare e Achille viene arruolato in Marina come motorista per sommergibili.

Le foto conservate e qui mostrate risalgono al 1930 circa.

Nella foto di gruppo sul sommergibile è facile individuare Achille: è il secondo da sinistra.

Dopo il servizio militare Achille trovò lavoro in fabbrica come esperto riparatore di macchine industriali. Lavorò a Terracina, a Persano, alla Sant’Erasmo di Pagani, altra fabbrica della nostra zona ormai chiusa. Occupava il suo tempo libero tra la famiglia, gli amici, il Dopolavoro.

Nel 1935 si sposò con Aurelia Costantino. Ebbero tre figli: Rosetta, mia nonna, Pasquale ed Agostino . I tre figli non hanno goduto a lungo dell’affetto del padre, purtroppo. Achille fu colpito da una malattia incurabile e scomparve nel 1963, a soli cinquantatrè anni. La sua vecchia madre, rimasta nel frattempo nuovamente vedova, quasi impazzì per il dolore e la moglie, vedova ad appena quarantasei anni con ancora due figli da mantenere, dovette affontare grandi sacrifici per pagare i debiti contratti durante la malattia nel tentativo di salvargli la vita, ma inutilmente. Fu costretta a vendere la villetta in via Piave, all’angolo con la stradina senza sbocco che confina con la strada ferrata , che avevano fatto costruire per tutta la famiglia.

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