In castigo dietro la lavagna
Ho chiesto a nonno Alberto di raccontarmi quando lui andava a scuola.
Nonno Alberto mi ha risposto che ai suoi tempi la scuola era molto severa e mi racconta che in una stanza erano riuniti parecchi scolari di diversa età e se uno scolaro non aveva studiato o non era educato il maestro o la maestra facevano mettere in ginocchia sul granturco in modo che dovevano sentire dolore e riflettere sullo sbaglio.
C’era anche il maestro che usava la bacchetta.
Il nonno racconta che una volta il maestro lo interrogò e lui non seppe rispondere perché non aveva studiato e così il maestro prese la bacchetta, gli fece allargare i palmi delle mani e gli diede tante bacchettate che per tre giorni non poté chiudere le mani.
Ho chiesto a mia madre la stessa cosa e mi ha risposto che, quando frequentava lei la scuola, non esisteva più il granturco e la bacchetta, ma si usava mettere in castigo dietro la lavagna. La mamma ricorda che quando frequentava la terza elementare la maestra la interrogò sulle tabelline e lei non seppe rispondere, allora la maestra le ordinò di andare dietro la lavagna. Mentre era dietro la lavagna la maestra continuò ad interrogare gli altri alunni, ad un certo punto nessuno seppe rispondere alla domanda della maestra e rispose mia madre da dietro alla lavagna, così la maestra si mise a ridere e ordinò a mia madre di ritornare al suo posto.
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