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Gli interventi del Presidente sul quotidiano "Il Mattino" 


LUIGI CELESTRE ANGRISANI

L'articolo

Una raccolta di firme che è segno di civiltà  
LUIGI CELESTRE ANGRISANI
La notizia è grossa, signori. L’avete letta sul giornale di ieri, e se l’avete persa vale la pena che la conosciate. I protagonisti non sono politici o manager o grandi imprenditori. Macché, sono oltre seimila cittadini comuni armati di penna, documento e senso di civiltà. Che hanno fatto questi cittadini? Hanno firmato una petizione? Hanno sottoscritto un appello? Molto di più. Hanno cambiato la legge, o quasi. Ma partiamo dall’inizio. L’anno scorso la giunta regionale approva una delibera (la n.1017) che abbatte i livelli di assistenza ai disabili. Addirittura prevede quella che è stata definita una “deportazione” , senza contare che comporta decine e decine di licenziamenti. Perché? Per ottenere dei risparmi, che poi, conti alla mano, sono pure irrisori. Contro questa delibera prendono posizione la commissione sanità della regione, consiglieri di tutte le parti politiche, sindacati, associazioni, sindaci. E pochi giorni fa, con una lettera a Bassolino, anche il presidente della Provincia Andria. Insomma un coro di no. Eppure non succede niente. O meglio succede qualcosa di molto grosso. Succede che si mobilitano i cittadini. Per la prima volta ricorrono ad una legge del 1975 mai applicata. E che dice questa legge? Dice che se cinquemila cittadini della regione lo vogliono possono presentare una legge di iniziativa popolare. Cinquemila firme da raccogliere in quattro mesi. Firme con tanto di documento e da rilasciare davanti a un cancelliere o un giudice di pace o un notaio. Impossibile, direte voi. E invece in poco più di un mese la proposta di legge popolare per revocare la «delibera anti disabili» raccoglie oltre seimila firme. Roba da restare a bocca aperta. Non era mai accaduto prima, nella nostra regione, che si arrivasse ad una legge di proposta popolare. Insomma, una bella lezione di civiltà firmata, è il caso di dirlo, dai cittadini della Campania. Forse quando si tratta di disabili, categoria decisamente senza santi in paradiso, chi ha il potere di decidere è un po’ distratto. Ora che i cittadini hanno fatto la loro parte, il potere politico è pronto a fare la sua? In teoria il consiglio ha quattro mesi di tempo per votare sulla legge popolare. Logica vorrebbe che lo facesse subito. Ora però tocca alle istituzioni dimostrare di non essere distanti dai cittadini. Lo dicono sempre, hanno un’occasione d’oro per dimostrarlo.
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