LA POLEMICA
Ma dov’è il
difensore civico?
Il «tutor» dei
cittadini esiste in soli undici comuni salernitani (su 158)
LUIGI
CELESTRE ANGRISANI
Ma chi l’ha detto che le cose non cambiano? Sentite questa. Esattamente un anno
fa su queste colonne denunciai quello che a mio modestissimo parere è una
specie di «scandalo silenzioso», quello dei difensori civici. Essendo passato
un anno forse è il caso di ricordare ai cittadini (perché nel frattempo non
glielo ha ricordato praticamente nessuno) che il difensore civico è una figura
che nasce in Italia nel 1974 (lo so che sembra preistoria, ma non è mica colpa
mia!) e che viene istituita in Campania con legge regionale nel 1979. Quasi
subito, ovvero dopo appena vent’anni, viene nominato il primo difensore civico
campano. Nel frattempo una legge nazionale riconosce a questa figura un’
importanza ancora maggiore e assegna ai comuni e alle province la possibilità
di prevedere un proprio difensore civico. Ricordiamo però anche a cosa serve
questo personaggio. Perché serve, eccome se serve. Per dirla in due parole,
deve difendere il cittadino da tutte le ingiustizie, gli errori, le iniquità,
le imparzialità eccetera eccetera della Pubblica Amministrazione. Questa figura
esiste anche negli altri i paesi, per esempio in Spagna ha un nome che
chiarisce ancora meglio il suo ruolo: difensore del popolo.
Bene, nell’articolo di un anno fa si faceva notare che dei 158 comuni della
provincia di Salerno erano appena 10 quelli che avevano nominato il difensore
civico. Se vi piacciono le percentuali diciamo che quella cifra rappresenta il
6,3 per cento. Voi direte, bè ci vuole tempo, non è che un difensore civico si
inventa da un giorno all’altro. E infatti è passato un anno e che cosa è
successo? I soliti pessimisti qualunquisti grideranno subito e con sicurezza
«niente». E invece si sbagliano. Signore e signori i difensori civici nominati
dai comuni della provincia di Salerno non sono più 10 ma 11. Non rappresentano
più il 6,3 per cento ma il 6,9 per cento. Se la media resta questa avremo tutti
i difensori civici nei comuni del salernitano nell’anno del signore 2.147.
Avvertite i vostri trisnipoti che avvertano i loro, per favore. Oppure alzate
la voce. Per far rispettare un diritto sacrosanto che pone il cittadino nella
condizione di non essere un suddito, e di non dover ricorrere per qualsiasi
controversia con la Pubblica amministrazione ai tempi lunghi e alle pratiche
costose che comporta l’appello alla magistratura. Va bene che in questo
bislacco paese la legge è uguale per quasi tutti, ma in questa vicenda si è
davvero esagerato. Anche perché c’è un’altra faccia della medaglia. Che è
ancora meno allegra: in alcune città nei giorni scorsi abbiamo assistito a
polemiche abbastanza furiose proprio per la nomina del difensore civico. Per
esempio a Nocera Superiore, dove un partito ha accusato una sua ex candidata di
aver fatto mosse poco corrette per sostenere la sua candidatura a questo
prestigioso e fantasmatico ruolo. Non so chi abbia ragione e non mi interessa.
Mi interessa però che le nomine del «difensore del popolo» non siano preda
delle lottizzazioni politiche. Ogni comune può decidere quale metodo adottare
per nominare il difensore civico, c’è per esempio chi propone che lo faccia il
consiglio comunale e chi vorrebbe un’elezione popolare. Non ha importanza se
personalmente sia per l’una o l’altra ipotesi. Il punto è un altro: che i
difensori civici si facciano e che le loro nomine rispondano ai criteri
richiesti per lo svolgimento di questo ruolo, che è di tutela del cittadino e
non delle istituzioni, altrimenti siamo da capo a dodici. È vero che la legge
non obbliga a nominare i difensori civici, bisogna farlo per un rispetto
elementare dei diritti dei cittadini. Quelli di oggi, non quelli dell’anno
2.147.
|