Prima tappa nel nostro viaggio
estivo alla scoperta della condizione degli anziani nella provincia di Salerno.
Cominciamo da Eboli. E cominciamo male. Molto male. Leggete il resoconto del
nostro cronista.
Non è lungo, ci impiegherete poco. Forse ci impiegherete molto
a dimenticarvelo. Perché non è facile far finta di niente di fronte alla
descrizione di anziani bisognosi di tutto abbandonati a se stessi, tra miseria
materiale e miseria civile. Leggendo l’articolo mi è venuto in mente il G8 e tutte le polemiche che si è portato
dietro. Giuste, giustissime. Però quando si parla di paesi ricchi forse
qualcuno dovrebbe avere il coraggio di guardarci dentro. Sicuramente i paesi
sono ricchi, ma ci sono “paesani” che
non lo sono affatto. E non sono vittime di chissà quale emarginazione, sono
semplicemente persone che hanno lavorato tutta una vita, in una nazione
occidentale, in una società “avanzata”. Molte delle quali, secondo i volontari
dell’Humanitas “vivono in una situazione igienica indescrivibile”. Chiaro ? Non
stiamo parlando di lussi, divertimenti e sollazzi vari. Stiamo parlando di
condizioni igieniche, di assistenza minima. Ma, si dirà, non tutti stanno in
queste condizioni. E ci mancherebbe altro! Certo, ci sono anche coloro che
stanno bene in salute, o coloro che sono sufficientemente ricchi per pagarsi
una residenza privata. Ma gli altri? Devono accontentarsi, leggetelo nell’articolo,
di due strutture cominciate e mai finite, di un’assistenza domiciliare che
nelle polemiche per gli appalti riesce a coprire le necessità solo per alcuni e
solo per un’ora al giorno, di giardinetti dove convivere con gli spacciatori di
droga. Per carità, c’è anche il centro anziani che funziona, con tanto di gite
e coro polifonico. Per fortuna. Ma chi sta male ed è senza assistenza forse ha
poca voglia di cantare. Non lo dico con ironia, lo dico con rabbia. Anche
perché in quasi due anni, da quando facemmo la nostra prima inchiesta sulle
condizioni di vita degli anziani, pare non sia cambiato nulla. O che sia
peggiorato qualcosa.
C’è una speranza: che Eboli sia
un caso limite. Che altrove sia un’altra musica. Speriamo. Certo, questo non
risolverebbe i problemi degli anziani di Eboli ma ci darebbe un po’ di fiducia
in più. Il proseguimento del viaggio ce lo dirà. Per ora resta lo scandalo
denunciato in questa prima tappa. Uno scandalo di inciviltà. E chi vuole far
finta di niente faccia pure. Se ci riesce.
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