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Gli interventi del Presidente sul quotidiano "Il Mattino" 


LUIGI CELESTRE ANGRISANI

L'articolo

Le cure "fai da te" sono una malattia, curiamola  
Prevedere materie scolastiche per combattere l'assunzione errata di medicinali

A volte servono le pagine di cronaca per aprire la porta sui problemi che lasciamo nel dimenticatoio. Le pagine di questo giornale ci hanno raccontato nei giorni scorsi due storie drammaticamente simili, con una coincidenza che lascia perplessi. La prima è la storia di Annamaria Palmieri, 68 anni, a Cava. Per una semplice bronchite si è fatta fare dai figli una iniezione. Un antibiotico somministrato – da quel che ho letto – dopo una consultazione con un medico. La signora è morta per choc anafilattico, in sostanza per una allergia al farmaco. La seconda storia è quella di una ragazza di 24 anni, Maria Rosaria Bovi di Battipaglia. In preda a forti dolori ha ingerito quello che credeva fosse un calmante. Era invece un farmaco contro le cardiopatie. L’errore la porta alla morte. C’è chi dice che in ospedale avrebbe potuto essere salvata, e per accertare i fatti sono partiti due avvisi di garanzia. La verità? Non la sappiamo. Ciò che sappiamo è che i farmaci possono uccidere invece che curare. Naturalmente è possibile che i casi di Annamaria e Maria Rosaria siano solo il frutto di qualche dannata fatalità. Anzi, è probabile che sia proprio così. Però ha ragione il direttore sanitario della ASL SA1, Domenico Della Porta, quando dichiara a questo giornale " C’è una malattia da debellare, l’abuso di farmaci e la medicina fai da te". Già, è una malattia. In questo paese moltissimi cittadini consumano farmaci decidendo da soli. Diciamo la verità, quante volte ci è capitato, di fronte a un’influenza o un attacco di mal di testa, di aprire l’armadietto del bagno, cercare il farmaco secondo noi adatto all’occasione e prenderlo? Molte. Accumulare farmaci pare sia una abitudine degli italiani. Un’abitudine che prima ancora che pesare, e parecchio, sul bilancio della collettività, pesa sulla nostra salute. "Con i farmaci non si scherza" avverte il presidente dell’ordine dei medici di Salerno Bruno Ravera. E invece noi lo facciamo. E aggiunge "In Italia si consumano più farmaci di quelli necessari" Vero. In media spendiamo 130 mila lire al mese per l’acquisto di farmaci. Il Sud è particolarmente "apprensivo": mentre la media nazionale di spesa per i medicinali è del 57,8%, in Meridione è del 59,6%. Ma non è solo un fatto di farmaci. La cultura della "salute fai da te" è ancora più ampia. Va aggiunto, per esempio, quello delle "pillole miracolose" per dimagrire. Proprio in questi giorni il neo ministro della sanità ha lanciato l’allarme sul problema obesità (che costa allo Stato 21 miliardi l’anno). Un esperto ai massimi livelli ha detto "Bisogna imparare a consultare il medico, non solo a prendere pasticche di qualsiasi natura". Giusto, giustissimo: bisogna imparare. E chi lo insegna? Altro esempio, solo apparentemente più frivolo. C’è la moda di farsi fare i massaggi sulla spiaggia da "professionisti ambulanti". Bello, simpatico, allegro. E invece no. Un massaggio fatto male è un danno. E non si diventa fisioterapisti per grazia ricevuta sulla spiaggia. Attenti alla cervicale, per favore. "Bisogna imparare a consultare il medico" dice l’esperto. E, ripeto, chi lo insegna? Ho una proposta. Che si parta dalle scuole. Che si mettano insieme: il provveditorato agli studi, l’ordine dei farmacisti, l’ordine dei medici, le ASL, le associazioni di volontariato per fare una cosa semplicissima: dei piccoli corsi che insegnino come il "fai da te" nel campo della salute sia, come dice Della Porta, "una malattia da debellare". Rispetto a quella malattia la cura è una sola: far capire, far conoscere. Non ci salverà dalle fatalità, ma dagli errori per disinformazione si. E non sarebbe poco.

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