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Gli interventi del Presidente sul quotidiano "Il Mattino"
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LUIGI CELESTRE ANGRISANI
L'articoloA nove giorni dall'election day | "In crisi il rapporto di fiducia fra chi vota e il candidato."
Meno nove. Mancano nove giorni al fatidico giorno delle elezioni. Grande attesa e grande tensione. O no ? Forse no. Anzi, a sentire in giro sembra che la gente – il popolo, come si diceva una volta – non stia perdendo il sonno e l’appetito per colpa dell’ansia elettorale. Semmai pare che abbia più trepidazione per i risultati della domenica calcistica che per quella elettorale. Oddio, a ben guardare qualche italiano che il sonno rischia di perderlo c’è: il candidato. C’è da capirlo. Se l’elettore può pensare che il risultato non cambierà granchè della sua vita, il candidato è al centro di un personalissimo “quiz show”, di fronte all’”occasione di una vita”. Ma come tutti i quiz show anche questa specie di chi vuol essere deputato ha le sue domande. Quiz show? Già vedo sollevarsi le critiche degli addetti ai lavori. “ Il candidato pensa all’interesse del Paese, non a quello personale!. Bene, ne siamo felici. Però devono esserne convinti anche gli elettori! E come si fa a convincerli? Con le risposte esatte, appunto. Anche perché le domande sono un po’ pesanti. Da una ricerca che facemmo insieme al CIRM emergeva che la stragrande maggioranza dei cittadini del nostro territorio guarda alla politica con un misto di indifferenza e diffidenza. Disincanto da adulti? No. Un recente sondaggio realizzato da Il Mattino nelle scuole dimostra che i giovani sono ancora più severi. Ne ricordiamo alcune dichiarazioni. “La politica è una presa in giro dove i furbi vincono votati da coloro che si fanno comprare dalle parole assurde dei candidati, pronti per essere eletti e guadagnarsi un mare di soldi senza far nulla”. Se non bastasse: “siamo in molti a credere che per i politici non conta il bene del popolo ma il potere e la ricchezza”. Parole di ragazzi di quattordici anni. Che deve fare il candidato di fronte a questi giudizi non proprio affettuosi? Prima diciamo una cosa che non può fare, e che invece fanno in molti: nascondersi dietro il simbolo. Il Mattino, giustamente, è andato a chiedere ai candidati chi sono, cosa vogliono, cosa offrono ai cittadini. Ci sono persone che hanno risposto candidamente che il voto lo chiedono per il loro simbolo, per la loro coalizione. Come a dire “Non è che dovete votare per me, per quello che sono, che ho fatto e che farò, ma perché rappresento Rutelli o Berlusconi”. Troppo comodo. Già abbiamo candidati che sono stati scelti dalle alchimie dei vertici dei partiti invece che dalla gente. Ci mancherebbe pure che debbano essere votati per grazia ricevuta. No, signori candidati, il voto viene dato a voi. E allora dovete spiegarci cosa volete fare e con quale credibilità. Dovete rispondere a Gianluca M., classe terza media, che dice “ i politici in generale cercano di ottenere voti colmando la testa dei poveri elettori con promesse assurde”. Ha torto ? Dovete convincerlo. Dovete raccontargli chi siete, che per voi la politica non è un modo semplice per guadagnare, che cosa avete fatto fin’ora nella vostra vita e per il vostro territorio. E cosa farete. Perché rappresenterete il vostro territorio in Parlamento. E questo è tanto più importante per chi si candida non nelle grandi e dispersive metropoli divise in decine di collegi, ma nella provincia, in zone come l’Agro, che hanno bisogno per davvero, e non per slogan, di avere voce in capitolo. E per dargli voce non basta dire “votate il simbolo”. Se così fosse basterebbero dei rappresentanti sorteggiati. (Qualche malevolo, viste le polemiche con cui sono state fatte le candidature, forse direbbe che sarebbe meglio). E allora rispondete a Gianluca, per favore, anche se non vota. Dovrete rappresentare anche lui.
Luigi Celestre Angrisani, 4 maggio 2001
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