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Gli interventi del Presidente sul quotidiano "Il Mattino"
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LUIGI CELESTRE ANGRISANI
L'articoloLe promesse elettorali vanno mantenute | Nei programmi impegni difficili da realizzare. Pronte anche le giustificazioni.
Vorrei votare per Attilio Regolo. Proprio lui, il console romano. Vi ricordate della prima guerra punica ? Attilio Regolo prende l’impegno di tornare a Cartagine, sa perfettamente che lì verrà torturato e ucciso ma ci torna lo stesso. Perché ? Perché la parola data va mantenuta. Ce lo racconta Francesco Alberoni nel suo ultimo libro, che non è un libro sulle elezioni ma potrebbe esserlo. “Tutte le società – scrive il sociologo – hanno elaborato un imperativo che è questo mantieni la parola data”. E aggiunge “ il rispetto della parola data è la precondizione elementare della convivenza sociale. E’ la base oggettiva più importante della speranza”. Magnifico. E disperante. Diciamo la verità, se dovessimo giudicare da ciò che stiamo vedendo in questi giorni nelle varie campagne elettorali qualche dubbio sul mantenimento della parola data ci verrebbe.
Mi spiego meglio. Ogni candidato dovrebbe misurarsi sul piano degli impegni. “Se verrò eletto – dovrebbe dire – farò queste cose e in questi tempi”. Il cittadino valuta gli impegni, sceglie e vota. Sicuro che quel candidato una volta eletto manterrà la parola data ( che in questo caso poi non significa né essere torturato né essere ammazzato). Giusto? In teoria sì. In pratica invece è tutta un’altra storia. Se andassimo a chiedere ai cittadini quanta sicurezza hanno sul fatto che i deputati una volta eletti manterrebbero le promesse fatte in campagna elettorale, probabilmente la risposta più tenera sarebbe “ma figuriamoci!”. Ma il punto è un altro. Guardando i materiali pubblicitari dei candidati della nostra zona (ma forse nel resto d’Italia è lo stesso) ho visto che le strade sono due: o si prendono impegni talmente generici da essere del tutto astratti, o si prendono impegni talmente precisi e puntuali su questioni specificatamente locali. Meglio i secondi, direte voi. E invece non cambia nulla, perché in tutti e due i casi si bluffa, ovvero si prende in giro l’elettore. E’ ovvio che se io mi impegno, per dirne una, a dare “più benessere” alzo talmente il tiro che nessuno potrà venire seriamente ad imputarmi di non aver mantenuto l’impegno. Ma se al contrario mi impegno per fare cose specifiche sul territorio ho un’altra scappatoia: quelle cose – quegli impegni – non dipendono da me in quanto deputato ma dall’amministrazione locale o dalla regione. Ho letto, proprio qui nell’Agro, depliant elettorali dove il candidato elenca una serie di promesse che non c’entrano niente con ciò che può fare un deputato. Il cittadino più accorto gli direbbe “ma se vuoi fare questo candidati a sindaco, a direttore della ASL, a consigliere regionale! Che c’entra il parlamento ?”. Insomma, la prima base per mantenere la parola data è prendere un impegno che si possa mantenere. Sennò è un raggiro. E’ come se uno dicesse “mi impegno a far vincere lo scudetto alla Nocerina”. Poi la Nocerina non lo vince e lui dice “bè, non è dipeso da me”. Bella scoperta, lo sapevi anche prima ! Da qui un piccolo consiglio a tutti noi elettori: gli impegni sono una cosa seria, cercate di capire esattamente quali impegni sta prendendo il candidato, fatevi spiegare cosa farebbe, se eletto, per mantenerli, e scoprite se quello che promette è “campato per aria” o rientra veramente nelle sue eventuali competenze di deputato. Dovrete pretendere da lui la stessa serietà che avete ogni giorno quando prendete un impegno con un amico, con un figlio, con un genitore. A vostro figlio non promettereste mai di far vincere la sua squadra del cuore, al massimo di portarlo allo stadio, quel preciso giorno, in tribuna e con la macchina. Perché la parola data è una cosa seria. Chiedetelo ad Attilio Regolo.
Articolo del 27 aprile 2001 | Pagina principale | Transmitted:23/11/2024 16:22:37 DRIVEN BY XCENT XcClassifieds Lite |
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