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Gli articoli sull'handicap e la solidarietà

 

L'articolo

Finalmente si parla anche di desiderio  

La studiosa Ileana Argentin

ROBERTO ROMBI

ROMA - "Chiunque ha il terrore di vedere una persona diversa, figuriamoci andarci a letto insieme. Il disabile è per antonomasia asessuato, così crea meno problemi. Per tutti quanti, non siamo uomini e donne, ma eterni ragazzi con problemi psichici, con difficoltà motorie, mai persone. Mai adulti con le esigenze degli adulti. Per questo ho trovato strepitoso il film di JeanPierre Sinapi". Ileana Argentin, consigliere al Comune di Roma, prima con Rutelli adesso con Veltroni, delegata ai problemi dell'handicap, è rimasta entusiasta di "Uneasy riders". Disabile lei stessa, ha scoperto in "Uneasy riders" un film provocatorio. "Odio vedere i film sull'handicap, e anche questo mi toccava affrontarlo per lavoro, ma subito ne sono rimasta conquistata. Quello del binomio sessodisabili è un tema nuovo per il cinema e per la società più in generale. La gente ha deciso che noi abbiamo bisogno solo di assistenza e noi stessi non siamo abituati a riconoscere la nostra sessualità. Nel film invece il protagonista è arrabbiato perché vuole fare sesso e nemmeno per amore, gli basta una prostituta. L'amico del protagonista poi handicappato, omosessuale, di colore, musulmano è proprio una grande invenzione, la vera esaltazione della diversità".
"Di solito" prosegue Ileana Argentin "i disabili proposti dal cinema sono intelligenti o simpatici, questa volta, a costo di renderlo sgradevole, il protagonista è furioso perché ha un problema, quello del sesso. Forse, volendo fare una critica, è una rabbia eccessiva proprio per la ragione che nella realtà a un handicappato non è mai concesso di infuriarsi così. Ma il film tocca un punto importante perché a noi disabili prima ci hanno mandato a scuola, poi ci hanno fatto lavorare, però nessuno riesce a pensare che anche noi abbiamo il desiderio sessuale. Comunque mi piace che "Uneasy riders" non sia un film triste, come lo sono di solito quelli che si occupano di questi argomenti, questo è pieno di colore, c'è una grande energia dentro".
Vengono in mente film sontuosi con disabili di grande attrattiva, interpretati da Dustin Hoffman in "Rain Man" e Tom Hanks in "Forrest Gump", persone che, nonostante i problemi psichici, sono, alla resa dei conti, vincenti. "Nel cinema americano, gli handicappati sono proposti sempre come esseri superiori o che nascondono, dietro il loro handicap, qualità straordinarie. Ma il difetto più grande di Hollywood è che esaspera le situazioni e poi cerca di omologare i disabili alla normalità delle persone comuni. "Io mi auguro" conclude la Argentin "che "Uneasy riders" non sia recepito come un film didattico, nè sanitario. Ma che abbia un significato sociale più ampio, nel senso di offrire una possibilità di conoscenza maggiore su un mondo di cui si fa ancora fatica a parlare. La conoscenza è importante per dare la possibilità di vivere in modo più corretto a tutti, disabili e no".

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