il processo
C'è chi ha preso l'epatite C dopo una trasfusione per un banale incidente d'auto, chi l'Aids conclamata dopo un ricovero per un ginocchio rotto dopo una partita di calcio. Giovani, prevalentemente. Almeno duemila in Sicilia, secondo una stima prudente. Una parte dell'esercito di 16 mila contagiati in Italia che chiede di far pagare i danni al ministero della Sanità. La sentenza del Tribunale civile di Roma, appena tre giorni fa, a conclusione di una delle cause pilota intentate da 351 malati, dà nuova forza a tutti gli altri. In Sicilia molti dei forzati del contagio, infettati dal sangue in circolazione nelle strutture sanitarie, o contagiati da quello utilizzato per i farmaci salvavita degli emofiliaci, si sono collegati tra loro, messi in rete, hanno fatto circolare le informazioni. Una trentina, seguiti dall'avvocato palermitano Ermanno Zancla, hanno già firmato una citazione per il risarcimento dei danni. Hanno contratto epatite e Hiv dopo il 1988.
Il ministero ha già riconosciuto per 9 mila, sui 16 mila che ne avevano fatto richiesta, un indennizzo di un milione e centomila lire al mese. Altra cosa il risarcimento danni. Con il ministro della Sanità Rosi Bindi era stato messo a punto un protocollo: per un ragazzo di 22 anni con entrambe le patologie era prevista una transazione per un importo pari a tre miliardi e mezzo.
L'effetto della sentenza di Roma si riverbera proprio su chi ha già avuto il riconoscimento dell'indennizzo, ed è quindi in grado di dimostrare di essere una vittima del tutto inconsapevole del sangue infetto e, aspetto non secondario, non frappone più ostacoli temporali sulla data del contagio. Se fino all'altro ieri il danno era riconosciuto solo a chi aveva contratto il contagio a partire dall'88 per l'epatite C e dall'85 per l'Hiv, adesso la soglia si è abbassata ulteriormente, fino a ricomprendere il periodo di massima diffusione del sangue infetto, dalla fine degli anni Settanta ai primi anni Ottanta. "La portata della decisione di Roma – spiega Ermanno Zancla - sembra essere davvero questa. È giusto che il ministero paghi, le cifre saranno enormi perché enorme è stata la diffusione di sangue del tutto privo di controlli, nonostante fin dal 1967 ci fossero disposizioni in materia".
e. b.
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