Le
scuse per la spiaggia negata
Lido vietato a un
disabile: la Regione chiede perdono a una ragazza di Manfredonia
LELLO PARISE
La malvagità del gestore di uno stabilimento balneare, la denuncia
di una madre, le scuse dell'assessore. La storia salta fuori dalle pagine dei
giornali: «Hanno negato a mia figlia disabile l'accesso ad un bagno in un
"lido" di Manfredonia. Io e lei, mortificate nella nostra dignità,
offese e umiliate per la nostra particolare situazione, siamo state costrette
ad andare via».
La lettera non arrossisce, però fa diventare paonazzo Roberto Ruocco,
"ministro" pugliese che ha, tra le altre, la delega al Demanio
marittimo e, soprattutto, è foggiano come le malcapitate: «A nome di tutta la
comunità», domanda perdono per quello che sarebbe successo qualche giorno fa. E
che dimostra, una volta di più, l'esistenza di gente che non ha mai ucciso, ma
che può essere mille volte più cattiva di un assassino.
A Manfredonia, una ragazza prende il sole su una spiaggia libera. Ha bisogno di
andare in bagno, ma non c'è neppure l'ombra di un bagno pubblico su quella
spiaggia. Questo è il problema, soprattutto per chi come lei non è proprio in
salute né fisica né psichica. La necessità aguzza l'ingegno, così sua madre
decide di accompagnarla al vicino stabilimento balneare dove piuttosto c'è
anche il water attrezzato per i disabili. Però il concessionario di quel lembo
di terra contiguo al mare non vuole ascoltare le ragioni e perfino le preghiere
delle due donne, cui nega l'accesso.
L'assessore Ruocco parla di «episodio sconcertante» e promette di dare il via
al «previsto procedimento amministrativo finalizzato ad accertare il reale
svolgimento dei fatti». Tutto finirà, probabilmente, con una multa per la pipì
rifiutata. Sappiamo già, invece, che il numero degli uomini che accettano la
civiltà da ipocriti è infinitamente superiore a quello degli uomini veramente
civili.
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