Trapianti,
donatori triplicati
Cittadini promette
incentivi a medici e manager
Notevolmente aumentato quest'anno il numero dei prelievi, ma la Sicilia è
ancora terzultima
TIZIANA LENZO
La Sicilia si lascia alle spalle il triste primato della
carenza di donazioni d'organo: nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 3
settembre 2001 i donatori sono stati 29, un numero triplicato rispetto al 2000.
Le statistiche parlano di 8,4 prelievi per milione di abitanti contro i 2,4
dello scorso anno. «Non certo perché prima mancava la sensibilità alla
donazione - spiega il professor Alfredo Salerno, coordinatore regionale per i
trapianti - ma solo perché è stata migliorata la rete di Rianimazione».
I dati aggiornati al 3 settembre parlano chiaro: dodici i trapianti di cuore
effettuati in questi primi nove mesi (cinque nel 2000), diciassette quelli di
fegato (erano stati tredici nello stesso periodo dello scorso anno),
quarantaquattro di rene (sedici nel 2000), uno di renepancreas (nessuno lo
scorso anno). I trapianti di rene da donatore vivente sono stati venti contro i
diciotto dello scorso anno.
Malgrado questo incremento, però, la Sicilia è terzultima tra le regioni
italiane. Insomma, la strada da percorrere è ancora lunga. Per questo
l'assessore regionale alla Sanità sprona medici e manager perché facciano di
tutto per colmare il gap: «L'attività di prelievo di organi - annuncia
Cittadini - sarà inserita tra gli indicatori per la valutazione dei direttori
generali delle aziende sanitarie e ospedaliere».
Dopo il decreto, firmato nello scorso agosto, che prevede incentivi per i
medici impegnati nell'attività di espianto e di trapianto con il versamento di
un miliardo nelle casse degli ospedali siciliani - un sistema, questo, già
collaudato in altri centri italiani e che ha dato buoni risultati - la seconda
mossa degli uffici di piazza Ziino è dunque quella di responsabilizzare e
motivare i manager perché individuino e correggano eventuali carenze delle
Rianimazioni.
Tra gli obiettivi che i direttori generali dovranno realizzare ci sono
l'attivazione, nelle singole Rianimazioni, del collegio medico per
l'accertamento della morte cerebrale, l'individuazione delle équipe per le
operazioni di prelievo, l'istituzione e compilazione del registro del
potenziale donatore. «La nuova organizzazione della rete regionale - aggiunge
Salerno - affianca agli attuali tre coordinatori d'area, Pier Giorgio Fabbri
(Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta), Sergio Pintaudi (per Catania,
Siracusa Ragusa ed Enna) e Angelo Sinardi (Messina), un coordinatore locale in
ogni ospedale. In tutto sono trenta medici. Il vice coordinatore regionale è il
dottor Vito Sparacino. Questa nuova organizzazione, insieme con l'adesione
della Sicilia all'associazione interregionale Ocst che riunisce il Centro Sud
(Lazio, Umbria, Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna) sta
mettendo la nostra regione al passo con il resto del Paese».
Il miglioramento della rete di Rianimazione passa, com'è ovvio, attraverso
l'aggiornamento e la formazione del personale delle divisioni specializzate.
«Ecco perché - dice Pintaudi - abbiamo studiato un progetto, già approvato, che
prevede la presenza dei coordinatori nelle varie Rianimazioni per aggiornare il
personale e rendersi conto degli eventuali problemi».
Un'ultima novità riguarda la trasparenza dei dati: «Sul sito Internet
dell'Università (www.unipa.it) - conclude Salerno - è già in funzione una
sezione dedicata ai trapianti, dove sono riportati numeri e statistiche».
|