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Razzismo, l'appello del Papa   

Razzismo, l'appello del Papa "A Durban si può fare molto"

Il pontefice contro i boicottaggi annunciati della conferenza Onu in Sudafrica

ORAZIO LA ROCCA


CASTEL GANDOLFO - Nuovo allarmerazzismo del Papa. Wojtyla lo lancia in vista della Conferenza dell'Onu contro le discriminazioni razziali in programma a Durban, in Sudafrica, da venerdì prossimo. Un appuntamento che fa capire il pontefice, ieri, durante la domenicale preghiera dell'Angelus recitata a Castel Gandolfo vedrà la Santa Sede schiarata in prima fila. Quasi una sfida di fronte alle titubanze che non poche naziani (Usa e Israele, in testa) finora hanno mostrato nei confronti dell'atteso appuntamento sudafricano.
Wojtyla, nel ricordare che ogni forma di discriminazione, di xenofobia e di antisemitismo suona come «una grave offesa contro Dio», avverte che la piaga del razzismo nel mondo «emerge in forme sempre nuove e inattese, offendendo e degradando la famiglia umana». Da qui, l'esortazione lanciata a governanti, istituzioni ed educatori affinchè - per debellare le varie forme di metastasi razzistiche che minano i rapporti umani, a danno specialmente delle fascie sociali più deboli e indifese - si facciano promotori di «una vasta opera di educazione ai valori che esaltano la dignità della persona e ne tutelino i diritti fondamentali».
Le parole del pontefice ricalcano, in ampia sintesi, il documento ad hoc che la Santa Sede ha redatto proprio in vista della conferenza di Durban, testo che per la prima volta è stato illustrato ieri dall'arcivescovo Gianpaolo Crepaldi, segretario del Pontificio consiglio Justitia et Pax della Santa Sede, nel corso della trasmissione religiosa «A sua immagine» di Raiuno.
Alla prossima conferenza di Durban, auspica il Papa, «venga rafforzata la comune volontà di costruire un mondo più libero e solidale». «In questi ultimi decenni, caratterizzati dallo sviluppo della globalizzazione e - nota con preocucpazione Giovanni Paolo II - segnati dal risorgere preoccupante di nazionalismi aggressivi, da violenze etniche e da estesi fenomeni di discriminazione razziale, la dignità umana è stata spesso pesantemente minacciata. Ogni retta coscienza non può non condannare decisamente il razzismo in qualunque cuore o sede si annidi...». Al razzismo - per Wojtyla «un peccato che costituisce grave offesa contro Dio» - va decisamente contrapposta «la cultura della reciproca accoglienza, riconoscendo in ogni uomo e donna un fratello e una sorella con cui percorrere le strade della solidarietà e della pace. Occorre, pertanto, una vasta opera di educazione ai valori che esaltano la dignità della persona e ne tutelano i diritti fondamentali. La Chiesa - conclude il Pontefice - intende proseguire in questo ambito il suo sforzo e chiede a tutti i credenti il proprio responsabile contributo di conversione del cuore, di sensibilizzazione e di formazione».
Concetti, esortazioni e ammonimenti che - ha spiegato successivamente l'arcivescovo Crepaldi a «A sua immagine» - sono parte integrante del testo antirazziale preparato dalla Santa Sede per Durban. Un documento che - ha detto il segretario di Justitia et Px - contiene, tra l'altro, un forte invito a lottare «le vecchie e nuove forme di discriminazione sia sul piano della difesa dei diritti umani che di una nuova e più attenta educazione che miri al cambiamento delle menti e dei cuori».

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