la lettera
Erano anni che mi ero allontanato dallo stadio. Da tifoso non riuscivo ad assistere alle partite di una squadra da troppo tempo ai margini del grande calcio. Ma domenica scorsa volevo esserci. Volevo riprovare le emozioni dei cori e dare il mio sostegno al Napoli. Chiedo ad un amico di accompagnarmi, il collega Gianluca de Vincentiis, giudice sportivo della Federcalcio presso la Lega Dilettanti. Purtroppo il mio amico è costretto su una sedia a rotelle, e l'unico settore riservato ai disabili è la tribuna laterale inferiore. Alle 14.55, pochi istanti prima dell'inizio, migliaia di tifosi della Roma vengono fatti entrare nel nostro settore, ripeto "riservato ai disabili". Sono inferociti per gli scontri avuti poco prima. Tentiamo di allontanarci ma è inutile perché la tribuna è affollatissima. Al gol del Napoli io e altri tifosi del Napoli dobbiamo contenere il nostro entusiasmo e temiamo il peggio quando nel nostro settore, ormai quasi completamente giallorosso, arriva un petardo lanciato dai napoletani. Dopo pochi minuti, pareggio della Roma. Un esagitato mi aggredisce, colpendomi più volte il braccio con il bastone della sua bandiera. Inutilmente cerco qualche poliziotto, ma non ne vedo neanche uno in tutto il settore. Fortunatamente altri tifosi lo fermano e lo allontanano. Finalmente finisce il primo tempo e gran parte delle persone defluiscono all'esterno. È il momento per allontanarci, cerchiamo un responsabile per trovare una sistemazione più sicura. Ci avviciniamo al settore riservato al "club dei 200", dove credo ci fossero almeno 500 persone, in piedi, stipate come sardine. Ci avviciniamo alla sala stampa, vediamo uscire una nota giornalista della Rai: cerchiamo la sua solidarietà, ma è impegnata a portare i pasticcini del buffet a qualche suo collega, e mentre il mio amico mostra la tessera della Federcalcio, l'ispettore n.06 della "Sport & Spettacoli" (la società cui è affidata la vigilanza degli ingressi allo stadio) ci chiude la porta in faccia. È ormai la metà del secondo tempo. Stanchi, delusi e atterriti, decidiamo di andar via quando un ragazzo della "protezione civile" ci accompagna in un altro settore dove riusciamo ad accedere con la sedia a rotelle abbastanza facilmente per vedere gli ultimi minuti dell'incontro...
Avv. Giancarlo P. Pezzuti
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