Wojtyla, appello ai Grandi: ascoltate il grido dei poveri
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il g8
MARCO POLITI
genova - Papa Wojtyla benedice i giovani cattolici, che contestano la globalizzazione selvaggia, e si appella ai potenti del G8 perché al prossimo vertice di Genova abbiano un "sussulto di moralità" e ascoltino il grido di dolore dei poveri del mondo. Ai leader dei governi Giovanni Paolo II assicura che la Chiesa è impegnata con tutti gli uomini di buona volontà a garantire che il fenomeno della globalizzazione avvenga a favore dell'umanità intera.
"La fede - ha esclamato il pontefice all'Angelus di ieri - non può lasciare il cristiano indifferente di fronte a simili questioni di rilevanza mondiale. Essa lo sprona ad interpellare con spirito propositivo i responsabili della politica e dell'economia, chiedendo che l'attuale processo di globalizzazione sia fortemente governato dalle ragioni del bene comune dei cittadini del mondo intero". Gestire la globalizzazione, ha soggiunto Giovanni Paolo II, significa basarsi sulle "irrinunciabili esigenze della giustizia e della solidarietà".
Le parole molto determinate del pontefice mettono nell'angolo uno schieramento variegato - da Baget Bozzo a Comunione e liberazione - che in questi giorni ha contestato duramente l'iniziativa del manifesto delle sessanta associazioni cattoliche, consegnato sabato al governo nella persona dell'ambasciatore Vattani. Di volta in volta questo schieramento ha tacciato le critiche alla globalizzazione di ‘‘sinistrismo'', ‘‘sottocultura'' o di esibizionismo ‘‘borghese'' per quanto riguarda l'adesione alle marce di protesta.
Papa Wojtyla, che ha cominciato a criticare il liberismo selvaggio sin dalla caduta del Muro di Berlino, ha invece appoggiato esplicitamente il cardinale Tettamanzi e i vescovi liguri, che in un loro documento hanno chiesto che sia risvegliata la coscienza dei leader politici di fronte ai "gravi e talvolta drammatici problemi di ordine economicofinanziario, sanitario, sociale, culturale, ambientale e politico" suscitati dalla globalizzazione. I popoli più ricchi e tecnologicamente avanzati, ha sottolineato il pontefice, devono saper ascoltare il grido di tanti popoli poveri, i quali "chiedono semplicemente ciò che è loro sacrosanto diritto" .
Non a caso il cardinale Tettamanzi, nell'assemblea svoltasi sabato al teatro Carlo Felice, si era richiamato ad un vecchio principio della dottrina sociale della Chiesa, da Leone XIII a Paolo VI a Giovanni Paolo II: la funzione sociale della proprietà privata. E Wojtyla, parlando ai fedeli in piazza San Pietro, ha ripreso il tema evocando la destinazione ‘‘universale'' dei beni della terra.
Dopo il lavoro delle commissioni, riunitesi a Genova durante il convegno di sabato, il pacchetto delle proposte cattoliche è ormai completo. L'iniziativa si articola in cinque capitoli: mercato tra libertà e responsabilità; lavoro, strumento di dignità; l'ambiente, dovere globale; libertà e democrazia economica; scienza per tutti. Un discorso a parte è dedicato alla prevenzione dei conflitti e all'urgenza di bloccare il commercio delle armi, che mette in ginocchio i bilanci di tanti paesi del Terzo Mondo.
Ieri i rappresentanti delle associazioni cattoliche hanno trasmesso il manifesto al sindaco del capoluogo ligure Giuseppe Pericu, che si è impegnato a fare da tramite "di fronte ai Grandi della terra" delle proposte concrete contenute nel documento. Pericu ha anche sottolineato che la stragrande maggioranza degli antiG8 non è su posizioni violente.
Anche il papa nel suo discorso all'Angelus ha auspicato un "clima di concordia e serenità" per i giorni del vertice. E in questa prospettiva Luigi Bobba, presidente delle Acli, ha preannunciato che l'organizzazione dei lavoratori cattolici potrebbe tornare a Genova per manifestare in occasione del G8, se vi saranno le necessarie condizioni di nonviolenza. A margine il leader aclista ha polemizzato con il portavoce del Genova Social Forum, Agnoletto, che aveva accusato i cattolici di eccessivo protagonismo. "I cattolici e le Acli - ha dichiarato - prenderanno la parola ogni volta che sarà necessario in difesa di chi non ha voce" .
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