Sanità: solo 18mila lire di spesa annuale pro capite per i ceti deboli
LELLO PARISE
La Puglia è la regione dove si spende di meno per l'assistenza sociale: quella a minori, anziani, tossicomani e handicappati. Nel Duemila, ha scucito appena 18mila lire a testa. Per farvi un'idea di quello che succede lungo questo stesso "fronte" nel resto del Belpaese, in Friuli Venezia Giulia sono state spese in media 222mila lire e in Valle d'Aosta addirittura 977mila lire. I "numeri della vergogna" saltano fuori da una ricerca presentata ieri a Roma dalla SpiCgil. E' il Veneto la regione a statuto ordinario più di manica larga, diciamo così: 127mila lire pro capite; segnano il passo, invece, le Marche (25mila lire), l'Umbria (27mila) e l'Abruzzo (31mila lire). Ma la maglia nera è del tacco d'Italia. Il fatto è, spiegano i sindacalisti della Cgil, che non c'è un divario fra CentroNord e Sud. Piuttosto si registra la differenza a vantaggio delle regioni a statuto speciale, che hanno maggiori competenze e sono letteralmente sommerse dai cosiddetti trasferimenti - cioè, soldi - statali. Ecco perché ci sarebbe l'esigenza di mandare in soffitta quelle che sono ormai vecchie regole del gioco, là dove per esempio in una regione come questa le assegnazioni dei finanziamenti vanno avanti con il contagocce. E' comunque imbarazzante credere che da queste parti non soltanto le cure sono in pratica inesistenti, ma spesso e malvolentieri - per i malcapitati, naturalmente - anche inutili. Perché è vero che proprio le regole (giuste o sbagliate che siano) sono fatte per essere rispettate e per fare funzionare meglio, in questo caso, la "macchina della salute", ma è altrettanto sacrosanto avere il diritto a stare bene grazie all'aiuto di servizi sanitari degni di questo nome. Senza accampare giustificazioni per "l'anacronistico sistema istituzionale". Se fosse così, in Puglia dovrebbero essere rassegnati a morire da chissà quanto tempo. Per fortuna, non è vero. Ma non è consolatorio pensare che, in fondo, i sani sono malati che s'ignorano.
|