di LUCIANO LAPENNA*
5 giugno 2001
Il legislatore nazionale ha dotato il nostro paese di una nuova e buona legge, la n.98 del 1999, che ha come finalità la promozione dell’inserimento e dell’integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro, attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato.
Finalmente una legge dello Stato, salutata positivamente dalle associazioni dei disabili che l’hanno fortemente voluta, anche dopo lo scandalo dei ’’falsi invalidi’’ collocati nella pubblica amministrazione e nei cui confronti, a dire il vero, non è stato fatto molto per ripristinare il principio sacrosanto che il posto per l’invalido deve essere riconosciuto a chi effettivamente è portatore di invalidità accertata.
L’assetto positivamente innovativo della nuova legge, è nella possibilità di arrivare a convenzioni tra gli uffici competenti ed il datore di lavoro, per determinare un programma mirato al conseguimento degli obiettivi occupazionali dei disabili.
In altre parole, i datori di lavoro potranno assumere, oltre che a tempo indeterminato e con chiamata numerica nel modo tradizionale, anche nominativamente per tirocini con finalità formative e di orientamento, con contratto a termine, per periodi di prova più ampi di quelli previsti dal contratto collettivo, sempre con fiscalizzazione totale, per la durata massima di otto anni.
Purtroppo questa legge nazionale non ancora dà segnali positivi nella regione Abruzzo, a differenza di altre regioni e, questo, a causa del disinteresse della Giunta regionale che con grande ritardo ha portato all’approvazione del Consiglio regionale la legge, non ancora pubblica sul Bura,
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