GLI
ABBANDONI
La Terza
età “soggiorna” in corsia
S.
Giovanni-Addolorata: dimessi 3 pazienti al giorno ma è emergenza
Il reparto di Medicina
IV al San Giovanni Addolorata è costantemente pieno. In tutto ci sono una trentina
di posti letto, ma le richieste sono continue. «Questa mattina l’astanteria mi
ha comunicato la necessità di posti nel settore uomini», dice il dottor Claudio
Cau e subito viene richiamato per un’emergenza.
Il dramma vero dentro il reparto è quello degli anziani. Persone che soffrono
di mali legati alla loro età, come una bronchite cronica, un’enfisema. Vengono
accompagnati in ospedale in seguito a una crisi. Superato il momento critico,
spesso nessuno va a riprenderli. I dottori si sentono rispondere dai familiari
che «sono impossibilitati ad assisterli», così dall’ospedale viene chiamato un
assistente sociale. Ma i tempi sono lunghi, loro occupano posti letto che
servono alle emergenze, e, soprattutto, rimangono lì abbandonati e privi di
speranze.
E’ un’emergenza più evidente d’estate, ma che dura tutto l’anno. Il dottore ci
parla di un paziente di quasi settant’anni, senza famigliari: ora ha concluso
il suo ciclo diagnostico e il suo destino sarà deciso dai servizi sociali.
L’anziano dorme ranicchiato sulla sua branda, quasi in attesa della fine. I
medici fanno quello che possono, usando una buona dose di psicologia e di
umanità. Ma cosa dire a quelle persone che una famiglia ce l’hanno, ma non li
vuole più? Ci sono poi i problemi oggettivi: mancano i letti e gli infermieri
non sempre possono seguire tutti con tempestività. Con la politica della
riduzione dei posti letto in medicina generale il problema si aggraverà.
«Bisogna seguire il paziente nel tempo, prima e dopo il ricovero» è il parere del
dott. Emilio Scotti, primario dell’ospedale. E lancia un progetto per aiutare i
pazienti non autonomi e le loro famiglie. Soprattutto con l’assistenza
domiciliare, evitando il “parcheggio" in ospedale.
R.C.
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