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L'articoloFerrovie-giungla per i disabili | L’odissea di Anna, signora in carrozzella costretta a rinunciare al treno perchè ostacolata dalle barriere architettoniche
Ferrovie-giungla per i disabili
Il caso è diventato un esposto alla Procura, la denuncia dell’Anmic
di MAURIZIO MARINUCCI
PESARO—La sezione pesarese dell' Anmic, l' Associazione nazionale mutilati ed invalidi civili, ha preannunciato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica contro le Ferrovie per l' "assoluta assenza di impianti per disabili funzionanti nella stazione ferroviaria di Pesaro". Il presidente provinciale dell' Anmic Massimo Domenicucci ha spiegato ieri mattina che nell' esposto - cui segue una richiesta di risarcimento danni - vengono denunciate le difficoltà che un disabile incontra nel prendere un treno alla stazione di Pesaro, definita nella Carta dei servizi 2001 delle Ferrovie Italiane come stazione dotata di servizi per disabili. "In effetti, in stazione - dice Domenicucci - c'è l'ascensore , il bagno e lo sportello informativo, ma non sono utilizzati, chissà per quali motivi. Noi vogliamo partire, metaforicamente e materialmente, dalla stazione di Pesaro, ma faremo sopralluoghi ovunque in città e in provincia e procederemo per vie legali , per porre all'attenzione pubblica quello che è un problema di tutti e che deve diventare parte della nostra cultura". "Abbiamo documentato con delle foto - ha detto Domenicucci - il tentativo di una consigliera disabile del nostro direttivo, la signora Anna, di prendere un treno da Pesaro per Bologna e di come questo tentativo sia fallito". Questa l’odissea di Anna. E' arrivata alla stazione di Pesaro, dove ha trovato l'area di sosta riservata a portatori di handicap occupata da macchina senza contrassegno. Ma non finisce qui. Una volta trovato parcheggio, scende dalla macchina ed è costretta a dribblare le enormi pozzanghere, create dalla pioggia, e dalla strada dissestata, e le biciclette appoggiate ovunque. Una volta entrata in stazione cerca lo sportello per portatori di handicap, ma lo trova chiuso, con le tapparelle abbassate e con le insegne spente, anzi un cartello esposto indica che il locale è stato adibito a ufficio cambio. A questo punto si mette in fila con gli altri passeggeri. Nessuno dei dipendenti pur vedendo le condizioni della signora, si scomoda quanto meno per farla passare avanti. "Cosa vuole? - è il commento di un operatore - Avrebbe dovuto avvisare le Ferrovie almeno 24 ore prima della sua partenza per avere una ditta autorizzata alla sua assistenza". Le viene proposto un traghettamento attraverso i binari, dato che l'ascensore, appositamente installato, non è utilizzabile. A questo punto qualcun altro si sarebbe scoraggiato, ma non Anna, la quale chiede di potere andare al bagno. Non trova il campanello per segnalare la presenza e farsi aprire.Le spiegano che la chiave è rotta. Un addetto la aiuta ad entrare dal bagno delle signore in quello per disabili che si presenta nel seguente stato: lavandini inutilizzabili per mancanza di acqua, campanello d'emergenza, per richiedere assistenza, rotto, incuria e sporcizia ovunque ma soprattutto il bagno è inagibile."Di fatto - spiega Anna - il bagno funge da rispostiglio". Poi è stata trasportata sul marciapiede attraversando i binari, cosa che sembra essere pericolosa per tutti tranne che per i disabili, ma lo stesso passaggio a raso, così viene definito, è tutt'altro che raso e Anna ne ha subito le conseguenze con forti dolori alla schiena, provocati dall'addetto, incolpevole e servizievole, questa volta senza ironia, il quale per spingerla è stato costretto a fare perno col ginocchio sullo schienale della carrozzella.
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