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L'articoloGli ascensori pubblici, quasi una maledizione | Gli ascensori
pubblici, quasi una maledizione
di MARCELLO GUERRIERI
NARNI — Sembra una maledizione: ascensori, montacarichi, macchine speciali per
disabili. Rotti, alcuni mai partiti, altri che non fanno nemmeno in tempo a riprendersi
dal guasto precedente Altri ancora, quelli più sofisticati che danno
l'indicazione del piano. In perfetto dialetto ternano. Ma la vicenda più
sfortunata riguarda il palazzo di Via del Campanile: due piani divisi da scale
ripide e pericolose, che affrontarle già diventa un problema.
Considerare poi che in cima al palazzo ci sono solo uffici finanziari dove si
devono pagare tasse e tributi: lo stato d'animo non è quello che indispettisce
meno i cittadini. Però la ditta di manutenzione vi ha realizzato delle
modifiche, importanti, essenziali, per farlo meno opprimente.
Quasi per scrupolo è stata poi chiamata la Usl, l'ufficio che guarda la
funzionalità delle macchine. "Non se ne parla nemmeno: questo impianto non
può ripartire a meno di onerosi e necessari lavori" hanno sentenziato.
Cartello appeso: "Macchina ferma". Maledizioni lungo le scale
affollate e buie, lingue di fuori.
Stesso discorso anche per l'apparecchiatura che dovrebbe consentire l'ingresso
dei disabili a palazzo di Via delle Pinciana: tutti sanno che qualsiasi nuovo
ufficio senza
quelle diavolerie non può essere inaugurato. E nemmeno il comune di Narni aveva
fatto eccezione. Con un'unica eccezione: nessuno lo ha mai visto usare, nessuno
che si sia avventurato su quelle pedane, nessuno che mai abbia preso la
pulsantiera in mano.
Eppure quelli della Free Life, l'associazione dei disabili, è sempre attenta
alle barriere.
Quello non gli è mai interessato. Va anche detto che poi si troverebbero
davanti all'ascensore, quello che parla in dialetto.
Funzionerà? L'altro giorno quattro militari vi sono rimasti incastrati dentro,
quattro granatieri di Sardegna, una montagna di muscoli.
Fortuna che qualcuno si era fatta la copia della chiave per farlo scendere
altrimenti avrebbero dovuto aspettare quasi il congedo.
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