Disabili, è truccato un permesso
su due
Elio Scribani
Metti che uno abbia la memoria corta o sia di passaggio a Napoli, che cosa
capisce in questo can can di falsi invalidi e di dichiarazioni di guerra al
contrassegno abusivo? Nell’ordine: capisce che l’amministrazione comunale ha
finalmente dichiarato guerra ai pirati del tagliando «H» e che lo scandalo è
stato scoperto grazie a uno scoop delle «Iene». Come dire: non ci capisce
niente. La verità è che siamo strani. Un passo indietro. Meno di un anno fa,
precisamente alla fine di gennaio del 2001, il «Mattino» pubblicò per giorni e
giorni un’inchiesta giornalistica sull’invasione dei «contrassegni-bidone»
nelle corsie e nelle strisce blu. Scoprimmo e documentammo molte spiacevoli
cose. Eccole. Gran parte degli automobilisti napoletani erano disabili, ma solo
in apparenza, perchè, in realtà, i contrassegni esibiti spudoratamente sul
cruscotto erano fotocopie di veri tagliandi o vecchi contrassegni ceduti,
venduti o comunque riciclati oppure veri e propri falsi realizzati interamente
al computer. Non solo. Raccontammo pure che gli imbroglioni più audaci osavano
perfino «affittare» un disabile per portare l’auto a Ischia o per farsi
annullare una multa dal prefetto grazie a una letterina di due righe con cui
l’invalido dichiarava che quell’auto, in quel giorno e in quella corsia
riservata lo stava accompagnando da qualche parte. Un regalo, un
ringraziamento, tutti dobbiamo campare. Insomma, una vergogna.
L’amministrazione comunale di allora, sindaco Marone, assessore Paolucci, si
indignò e corse ai ripari. Si disse: nessuno può fare il furbo sulle disgrazie
degli altri. Giusto. Scesero in campo i vigili urbani. Furono giorni di
battaglia. Si scatenò una vera e propria caccia all’uomo. I motociclisti
controllarono centinaia e centinaia di tagliandi sequestrando montagne di
fotocopie, ritirando grandi quantità di permessi fuorilegge, denunciando
moltissimi automobilisti che esibivano tagliandi intestati ai morti, ai vicini
di casa e alle suocere inchiodate a letto o su una carrozzella. La città
rispose con un applauso. I veri invalidi tirarono un sospiro di sollievo.
L’Asl, intanto, annunciò una revisione generale degli 11mila permessi in
circolazione, dichiarando di volerne controllare uno per uno i requisiti e la
validità. Che gli vuoi dire? Gli dicemmo bravi. Sbagliammo, visto che ora,
quasi un anno dopo, scopriamo che la crociata contro i falsi disabili era solo
una sceneggiata. Finì, insomma, con un’operazione di facciata, mentre i furbi
del tagliando, che sono abituati da cent’anni ad aspettare che passi qualunque
bufera, ricominciarono peggio di prima a circolare a sbafo nelle corsie
riservate e a parcheggiare gratis nelle strisce blu. Domanda: come mai
l’amministrazione, una volta scoperto un abuso così odioso, ha deciso di
lavarsene le mani? E come mai riscopre lo scandalo ogni volta che un organo di
informazione lo denuncia come se fosse nuovo? Provi a spiegare questo,
l’assessore Esposito, che era assessore anche nella giunta Marone, prima di
dichiarare che l’amministrazione intende fermamemente sradicare questo
malcostume. O nessuno gli crederà.
|