A VILLA DEI
FIORI
La mostra dei
disabili, un’occasione di dialogo
RAFFAELLA
AMABILE
«No, non li ho fatti io. Sono dei miei compagni. Sono belli vero?». Anna, gli
occhi spalancati e fermi, di un azzurro allucinato e chiaro, la testa alta, lo
sguardo fisso e aperto verso chi si ferma al banco, lo dice con fierezza. Lei,
bambina ventenne ospite di Villa dei Fiori, non segue i corsi di arte.
Preferisce la lavanderia. Lo chiarisce Antonella, una delle assistenti della
casa di cura, mentre Anna insieme ad altri disabili sta aprendo, ai visitatori
«normali», le porte di un mondo sconosciuto. Villa Angelica, l'ambulatorio del
centro riabilitativo, fa da quinta. Nel giardino è stata allestita la prima
mostra dei lavori creativi prodotti nei laboratori. L'esposizione è un tassello
del processo di integrazione tra la città e «coloro ai quali è negata stima e
dignità perché diversi», passaggio fondamentale del nuovo piano di
riabilitazione di Villa dei Fiori. «Dovrebbe essere sempre come oggi. Guardi
quanta gente! E c'è differenza tra noi e loro?» commenta Maria Grazia Crisci,
mamma di due bambine e insegnante.
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