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Spesa sanitaria, slitta il varo dell’accordo  

SALTA L’APPUNTAMENTO DI OGGI IN CONSIGLIO DEI MINISTRI, SE NE RIPARLERÀ A SETTEMBRE
Spesa sanitaria, slitta il varo dell’accordo tra lo Stato e le Regioni

Slitta il provvedimento per l’applicazione dell’accordo Stato-Regioni sulla sanità, Sarebbe dovuro arrivare in consiglio dei Ministri oggi, arriverà a settembre. Problemi? Il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, minimizza, aggiungendo che sono ancora allo studio alcuni particolari.
Il provvedimento, che potrebbe essere un decreto legge o un emendamento alla Tremonti bis, contiene misure di contenimento per la spesa sanitaria e attribuisce nuove responsabilità alle regioni. «Ci sono alcuni dettagli che devono essere ancora valutati» ha spiegato Sirchia. L’accordo è stato in questi giorni contestato dalle aziende che producono farmaci, dai farmacisti e dal Tribunale per i diritti del malato.
Meno spese per i farmaci; acquisti centralizzati tramite Consip per ridurre l’esborso per la sanità; maggiori fondi ma anche ticket o addizionali Irpef per chi sfora: questi alcuni punti dell’accordo Stato-Regioni raggiunto l’8 agosto. Non appena le norme entreranno presto in vigore, le Regioni non potranno più sforare la spesa sanitaria. Di contro però avranno a disposizione una maggior autonomia decisionale fino alla possibilità di derogare, ad esempio, rispetto alle leggi nazionali. Per appianare i conti pregressi, il Governo si impegna ad aumentare la quota di spesa a favore della sanità regionale per il 2001. Le Regioni, da parte loro, «si impegnano - recita l’accordo - a far fronte alle eventuali ulteriori esigenze finanziarie con mezzi propri» (ticket o addizionale Irpef) pur impegnandosi a contenere le spese «nell’ambito delle risorse disponibili».
Il nuovo livello di spesa concordato per il 2001 tra Stato e Regioni sarà di 138.000 miliardi di lire. Con un aumento delle risorse messe a disposizione dallo Stato solo se le Regioni si impegneranno, tra le altre cose, ad anticipare la verifica degli andamenti di spesa del 2001, e aderiranno alle convenzioni in tema di acquisto di beni e servizi. Tutto questo per arrivare in un «tempo ragionevole» ad una rapporto tra il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale e il Pil del 6%.
Un processo che parte dal 2001 considerato come «anno zero», con un finanziamento che via via crescerà in rapporto alla crescita del Pil nel prossimo triennio (2002-2004). Tale finanziamento dovrebbe così passare, come prevede il Dpef, a 144.376 miliardi nel 2002, a 150.122 miliardi nel 2003, e 155.871 nel 2004. Si è inoltre convenuto di destinare una quota aggiuntiva (2.500 miliardi nel 2002 e nel 2003 e 1.500 per il 2004) per incentivare comportamenti virtuosi tra le Regioni.

 

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