Ricoveri facili: una ospedalizzazione non sempre necessaria che fa crescere in modo esponenziale la spesa nazionale. Un sistema tutto da cambiare se si vuole evitare il crack. È stato presentato ieri il rapporto "Sanità 2001", realizzato dalla fondazione SmithKline, dedicato quest’anno alla continuità assistenziale che dovrebbe essere rivista. Il sistema è vicino al collasso e questo perché sono ancora troppi gli attori che veicolano gli accessi ai servizi sociali: operatori sociali dei Comuni, ufficio del distretto e della medicina primaria, medici di famiglia, specialisti, pronto soccorso, unità operative ospedaliere. Soggetti che - si legge nel rapporto curato da Nicola Falcitelli, Marco Trabucchi e Francesca Manara - non dialogano tra loro. Le risorse dovrebbero essere distribuite in maniera diversa, considerato che ora sono troppo concentrate sull’ospedalizzazione, sul territorio che andrebbe comunque adeguatamente attrezzato. Il medico di famiglia - suggerisce il rapporto - dovrebbe essere investito di maggiori responsabilità e molti servizi vanno spostati nelle case dei pazienti.