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Anziani, 3 milioni di solitudini  

Sette vecchietti, lo scorso fine settimana, sono stati trovati morti in casa loro: alcuni erano deceduti da mesi senza che nessuno se ne accorgesse. Drammi silenziosi che combaciano coi numeri: quasi un terzo degli ultrasessantenni italiani vivono soli. Ma per fortuna più di un terzo di chi è impegnato nel volontariato si dedica anche a loro

Anziani, 3 milioni di solitudini
Tanti gli «over 60» senza famiglia. E ieri un'altra morte

La maggior parte di loro vive con meno di un milione al mese e 500mila pensionati lavorano
Emanuela ZuccalÀ

Milano. Forse domenica aveva letto i giornali. E in quelle storie di anziani morti in solitudine, dimenticati e poi trovati per caso, così come si scorge per strada un pacco abbandonato, magari si era specchiata. Maria Fastellini, 70 anni, era nubile. Una sorella lontana, niente amicizie, niente chiacchiere nello stabile romano dove viveva in affitto in un appartamento al sesto piano. Ha avuto paura e domenica ha chiesto il numero di telefono alla vicina: «In questi giorni non mi sento bene», quasi una scusa per il disturbo. È morta ieri mattina, proprio mentre telefonava a quella vicina per chiedere soccorso. Un infarto. E ora, nel condominio, sembra che nessuno l'abbia mai notata davvero.
Maria è un puntino fra due milioni e 240mila donne ultrasessantenni che vivono sole. Gli uomini sono 576mila, secondo il ministero degli Affari sociali, mentre le famiglie di anziani rappresentano addirittura un quinto del totale. La tendenza alla solitudine, per i nonni, sembra accentuarsi: oggi il 34,5% delle famiglie ha almeno un anziano in casa, ma sei anni fa erano il 38%. Un sostegno arriva dal volontariato: oltre un terzo dei quasi 6 milioni di italiani dediti alla gratutità, infatti, si impegnano in ambito socio-assistenziale.
Dall'ultimo censimento dell'Istat, datato gennaio 2000, risulta che gli over 65 sono numerosi: 10 milioni e 370mila, il 18% degli italiani. Una situazione anomala, se si va a guardare il cosiddetto «indice di vecchiaia», cioè il rapporto fra ultrasessantacinquenni e minori di 14 anni. Il nostro oggi è pari a 125. Nel '90 era 88 e nel 2010 - dice l'Istat - raggiungerà quota 146. Si invecchia, insomma, perché l'aspettativa di vita è cresciuta (76 anni per gli uomini, 82 per le donne) e perché nascono meno bambini. Macronumeri anche per i "grandi vecchi", quelli over 80: oggi sono il 4% della popolazione, fra quarant'anni sfioreranno il 10%. E s'infoltisce pure il gruppo degli ultranovantenni, che dal 1951 è cresciuto di ben sette volte.
Il reddito dei pensionati italiani non è certo da invidia. Più di 6 milioni e 170mila fra loro devono tirare fine mese con meno di un milione, mentre l'entrata media si aggira sul milione e 600mila (lordo). Eppure, in un sondaggio di tre anni fa, i nostri nonni sdrammatizzavano, dichiarandosi abbastanza soddisfatti sia dei propri rapporti sociali, sia delle condizioni economiche. Non solo: il Censis, l'anno scorso, metteva in luce «la vivacità delle coppie anziane» che guardano sì tanta tv, ma quando possono si concedono gite e viaggetti, serate al ristorante, pomeriggi di shopping. Infine - sorpresa - secondo uno studio del Cnr il 15% degli italiani fra 60 e 74 anni ha dimestichezza con il computer e un 6% si diletta perfino a navigare in Internet. Per non parlare di quei 515mila pensionati italiani che proprio non ce la fanno a non lavorare più, e del 9% degli italiani dediti al volontariato che hanno scoperto la gratuità proprio nella vecchiaia.

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